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A proposito di legionella…

 

Il periodo estivo è quello più rischioso dal punto di vista del rischio di esposizione al batterio Legionella p. a causa dell’aumento generale delle temperature.

Gli impianti idrici, ma anche i sistemi HVAC, sono potenziali centri di sviluppo e diffusione del batterio Legionella, che trova nei ristagni le condizioni più favorevoli.

Il momento più critico è il periodo di transizione termica stagionale (che avviene due volte l’anno con i cicli primavera-estate ed autunno-inverno), durante il quale solitamente vengono attivati gli impianti di raffrescamento o riscaldamento, sui quali è opportuno attivare i protocolli di pulizia e sanificazione di tutte le superfici interne di scambio, quelle a diretto contatto con l’aria immessa nei locali.

Vale lo stesso discorso per gli impianti idrici, soprattutto nel settore ricettivo, nel momento in cui gli impianti intensificano il loro lavoro dopo mesi di sottoutilizzo che determina, se non si sono attivati i protocolli di prevenzione, un accumulo di depositi in grado di favorire le condizioni ambientali ideali.

Per la parte idrica è inoltre fatto obbligo, per i conduttori o i responsabili degli impianti, di possedere un documento specifico di Valutazione del Rischio Legionella nel quale siano esposte tutte le criticità ed i fattori di rischio specifici legati a Legionella, assieme all’elenco di tutte le attività svolte o da svolgere, per mitigare il più possibile il rischio di un focolaio.

Raccomandiamo a tutti i nostri clienti di provvedere sempre preventivamente con un’attività di manutenzione qualificata e sistematica, che consenta ai propri ospiti di fruire senza pensieri dei locali, per evitare, oltre a strascichi legali, anche il periodo di fermo da parte della autorità sanitarie ed all’obbligo di provvedere alla completa disinfezione post contaminazione di tutto l’impianto, con ovvi aggravi di costi in termini economici e di immagine.

Siamo sempre a vostra disposizione per una consulenza adeguata oltre che per proporre piani dedicati e su misura, in grado di poter venire incontro alle diverse esigenze di ognuno, con tutta la nostra esperienza e professionalità.

Il nostro ufficio tecnico – commerciale è a disposizione per effettuare sopralluoghi e valutazioni gratuite delle condizioni del Vostro impianto e di quanto necessario fare per mantenerlo in regola e in sicurezza

 

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Convegno ANAM 2021 – 12° Aiisa Nadca Annual Meeting

Anche quest’anno siamo stati presenti al convegno nazionale organizzato da Aiisa (Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici) di cui facciamo parte, durante il quale si sono affrontati argomenti “caldi” con gran parte degli attori nazionali dell’ambito delle tecnologie e delle manutenzioni nel mondo degli impianti dell’aria, oltre che per gli aggiornamenti dei nostri tecnici certificati ASCS-Nadca.

Il refrain del Convegno 2021 è stato “La Sanificazione aeraulica: tecnologie e soluzioni a confronto

Inutile dire che l’argomento Sars-CoV-2 è stato il motore principale delle argomentazioni e ci ha fatto piacere notare come noi di Global Trading avevamo già attivato internamente una serie di processi e tecnologie, per poter garantire ai nostri clienti il massimo dell’efficacia in termini di minimizzazione del rischio microbiologico aeraulico, già prima che si avvertisse con maggior sensibilità questa importante tematica, principalmente a causa alla diffusione del virus.

Fa piacere inoltre che ciò per cui lavoriamo quotidianamente sia percepito come primario, per mantenere i corretti standard igienici negli impianti e negli ambienti di vita quotidiana, nel lavoro e in ambito domestico: continueremo su questa strada per poter essere sempre un passo avanti e poter dare il miglior servizio possibile a tutti coloro che si affidano a noi con fiducia.

 

IDRICO

Scoperti batteri mangia-metalli nell’acqua

Trovandoci spesso ad operare su impianti idrici vetusti, capita sovente di dover affrontare un elevato grado di contaminazione microbiologica, che è solitamente il campanello di allarme che porta poi ad effettuare attività di bonifica profonda per riportare l’impianto ad uno stato di igiene conforme.

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Ossidazioni ed incrostazioni tipiche all’interno di un impianto idrico

Nel caso di impianti posati con materiali e metodi del secolo scorso, come ad esempio tubature in ferro, il grado di contaminazione è sempre coinciso con un elevato grado di incrostazione di tipo ossidativo che, a lungo andare, ha comportato un calo progressivo e costante nelle prestazioni di circolazione dell’acqua, più evidente nei circuiti di acqua calda sanitaria, ma evidenti anche in quelli di adduzione di acqua fredda da acquedotto.

La conoscenza diffusa su questi fenomeni ha sempre portato a pensare che la principale causa del fenomeno fosse l’elevato grado di durezza dell’acqua – ovvero la quantità percentuale di calcio, sodio ed altri ioni metallici disciolti nell’acqua – e la reazione indotta con la superficie interna dei tubi, soprattutto in caso di periodi di stagnazione, innescando tutta una serie di processi in grado di depositare strato su strato materiale precipitato arrivando ad occludere gran parte della sezione del tubo.

In realtà è molto probabile che questo fenomeno non sia la manifestazione di processi esclusivamente chimico-fisici, ma in parte anche biologici: si è scoperto recentemente, per puro caso, dell’esistenza nelle acque di linea di batteri chemiolitoautotrofi, ovvero batteri in grado di sopravvivere e proliferare grazie al solo “consumo” di metalli, in grado di estrarre da essi l’energia necessaria al proprio sostentamento (per approfondimenti vedi link di bibliografia sotto l’articolo).

Non è quindi escludibile a priori, senza ulteriori studi e pubblicazioni, l’esistenza di un collegamento diretto tra la presenza di questi batteri che producono energia da materia inorganica e di una catena trofica più complessa dove anche i patogeni, tra cui Legionella spp. ed altre specie ubiquitarie potenzialmente patogene, possano trovare condizioni ideali e disponibilità di tutti quei fattori che sappiamo essere condizioni ideali di accrescimento.

Restiamo in attesa di nuove prove che possano darci ogni elemento di valutazione in più per la conoscenza del problema, capire che cosa porta allo sviluppo di patogeni e poter disporre di nuovi metodi per poter eliminare il rischio dai nostri impianti.

Se vuoi saperne di più, naviga sul nostro sito per trovare i servizi dedicati.

 

Note biblio: 
https://www.nature.com/articles/s41586-020-2468-5
https://www.microbiologiaitalia.it/batteriologia/chemiolitoautotrofi-finalmente-identificati-i-batteri-che-si-nutrono-di-manganese/
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Il metodo di prevenzione e trattamento Legionella di Global Trading diventa un caso di studio

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Il titolo della tesi della dott.ssa Ruffini: “La prevenzione e controllo della legionellosi negli impianti idrici per contenere il rischio biologico”.

Il grave problema della legionella, a cui da sempre dedichiamo la massima attenzione per sviluppare di metodi validi ed efficaci oltre che per fornire risposte adeguate e risolutive, ci ha permesso di sviluppare un protocollo flessibile in grado non solo di ridurre l’incidenza del problema all’interno degli impianti, ma di coinvolgere il Cliente stesso in un percorso di formazione e di sensibilizzazione che ha poi riflessi positivi nella diffusione della cultura della prevenzione.

E’ quindi con piacere ed un pizzico di orgoglio che comunichiamo di essere stati scelti come “case study” per la tesi di laurea della neo dottoressa Giorgia Ruffini, che ha completato con successo il suo percorso di laurea presso l’Università di Ferrara, con una tesi incentrata sul problema sempre più sentito della legionella dal titolo “La prevenzione e il controllo della legionellosi negli impianti idrici per contenere il rischio biologico”  dove si fa ampio riferimento al confronto tra i metodi più diffusi per il trattamento degli impianti a base di cloro e cloramina ed il metodo sviluppato da Global Trading nella risoluzione del problema.

Tutto questo ci da’ un’ulteriore spinta per continuare a trovare e proporre soluzioni innovative, in risposta a problemi non sempre “sentiti” e spesso sottovalutati dalla cultura comune nella conduzione degli impianti, ma che hanno grande impatto nel benessere e nella salute di tutti: è con questo spirito che facciamo nuovamente i nostri complimenti alla dottoressa Giorgia Ruffini per il traguardo raggiunto, affinché non resti solo un arrivo ma sia la prima tappa verso un futuro ricco di soddisfazioni.

 

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HOSPITALITY Digital Space 2021

2021 odissea nello….spazio del futuro dell’ospitalità con Hospitality Digital Space, un’edizione eccezionale pensata per fornire a tutti gli operatori che lavorano nel settore dell’accoglienza e della ristorazione i migliori strumenti per disegnare l’Ho.Re.Ca. di domani.

Dal 1° al 4 febbraio 2021, Hospitality è online con un programma di webinar formativi e una vetrina interattiva di aziende che propongono soluzioni future-oriented.

Parte il conto alla rovescia per Hospitality Digital Space!

Abbiamo deciso di esserci anche noi, seguici effettuando la registrazione gratuita a questo link. Vieni a trovarci nel nostro stand digitale dell’Area Expo: grandi novità in arrivo, sconti e promozioni per tutti i visitatori!

 

Donazione

Macchinario anti COVID all’Istituto San Domenico di Guzman

Un momento della cerimonia svoltasi nel cortile dell’Istituto Guzman

L’utilizzo combinato di perossido di idrogeno, ioni d’argento e ioni super-ossido, sotto il controllo di un processore automatizzato, consente di mantenere un elevato grado di disinfezione nel totale rispetto della salute e dell’ambiente.

L’applicazione di questa tecnologia, in un unico macchinario, per l’abbattimento di cariche batteriche, micotiche e virus in ambienti chiusi, permette di raggiungere elevati standard di sanificazione, in ausilio ai protocolli di pulizia quotidiana, adiuvando il mantenimento continuo di locali sani e sicuri anche in presenza di persone.

E’ quindi con piacere che abbiamo donato una macchina dotata di questa tecnologia all’Istituto scolastico San Domenico di Guzman della Spezia, alla presenza del Sig. Sindaco Pierluigi Peracchini, del nostro Presidente Enrico Pinza e della direttrice dell’Istituto Suor Hilda Esperanza de la Cruz Martines, seppur nell’incertezza che la pandemia da COVID 19 ha portato nella vita di tutti noi, Speriamo con questo gesto di dare un nostro piccolo contributo alla comunità dei bambini, che potranno frequentate l’ambito scolastico con una maggiore sicurezza.

Tutti gli articoli della rassegna stampa, con le dichiarazioni dei partecipanti sono disponibili sulle testate online de La Gazzetta della Spezia, CittadellaSpezia e sui quotidiani locali de La Nazione e Il Secolo XIX.

 

ISS

Il fermo impianti post-covid: le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità

La quarantena ed il lockdown hanno costretto impianti e strutture ad un fermo forzato per quasi due mesi, con conseguente potenziale aumento del rischio di proliferazione incontrollata di Legionella pneumophila ed altri patogeni, a causa dell’aumento della stagnazione nei sistemi idrici.

A tal proposito, l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato un compendio tecnico dedicato alle strutture turistico ricettive, ma dall’applicazione estendibile a tutte le realtà industriali e civili, per prevenire la contaminazione da Legionella attraverso indicazioni tecnico-operative da eseguirsi sugli impianti prima della ripresa, partendo sempre dai quadri normativi dei DL. 81/2008 e DM 14 giugno 2017 come capisaldi, oltre al Protocollo di Prevenzione di normale applicazione.

Pubblichiamo di seguito alcuni estratti importanti, rimandando ad un consultazione a questo link, direttamente dal sito dell’ISS.

[…]La chiusura di edifici o parti di essi, il loro uso limitato o l’adeguamento/costruzione di edifici per ospitare malati o contatti di casi in quarantena conseguente alla pandemia COVID-19, se non gestita in modo adeguato, può aumentare il rischio di crescita di Legionella negli impianti idrici e nei dispositivi associati. Alcuni autori hanno evidenziato che il 20% dei pazienti COVID-19 avevano presumibilmente contratto una co-infezione da Legionella pneumophila avendo un titolo di anticorpi specifici IgM anti-Legionella positivo.[…] […]Le presenti indicazioni integrano le misure routinarie di prevenzione e controllo per contenere la proliferazione di Legionella negli impianti indicati nelle linee guida nazionali anche in adeguamento al DL.vo 81/2008 che prevede l’obbligo, per il datore di lavoro, di valutare il rischio Legionella sia per i lavoratori che per qualsiasi altra persona che frequenti il luogo di lavoro.[…]

Per gli impianti rimasti fermi meno di un mese, o comunque frequentati assicurando un minimo di flussaggio periodico da rubinetti e docce, si applica la normale routine di controllo a cui va associato l’aggiornamento della valutazione del rischio in relazione all’utilizzo ridotto.

Invece per gli impianti chiusi per oltre un mese, di cui si prevede la riapertura, occorre applicare le seguenti misure straordinarie di controllo:

  • verifica della circolazione completa del sistema con T nell’accumulo >60°C e nel ricircolo >50°C;
  • verifica che l’uscita al terminale si raggiungano i 50°C entro un minuto dall’apertura per ACS e <20°C per acqua fredda entro un minuto dall’apertura;
  • pulizia e disincrostazione di tutti i terminali (docce e rubinetti);
  • controllare i valori di cloro residuo libero (consigliato 0,2 mg/L, valori superiori a 1-3 mg/L possono alterare le caratteristiche di potabilità);
  • verificare che i livelli di disinfettante siano raggiunti in tutti i punti di controllo ed in quelli a scarso utilizzo;
  • prolungare l’iter di verifica per almeno 48 ore ed effettuare prelievi di controllo;
  • se i campioni prelevati risultano negativi si può procedere alla riapertura.
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Il contagio attraverso i sistemi di ventilazione: una realtà sottovalutata

Continuano ad aumentare gli studi epidemiologici sui mezzi di diffusione in merito al SARS-CoV-2. Più il tempo passa e sempre un maggior numero di pubblicazioni scientifiche confermano ciò che già si sospettava: il maggior veicolo negli ambienti indoor è dovuto ai sistemi di ventilazione e trattamento dell’aria.

Come conferma anche un recentissimo studio in fase di pubblicazione, Lu J, Gu J, Li K, Xu C, Su W, Lai Z, et al. COVID-19 outbreak associated with air conditioning in restaurant, Guangzhou, China, 2020. Emerg Infect Dis. 2020 Jul [date cited]. https://doi.org/10.3201/eid2607.200764 accessibile anche dal portale CDC americano a questo link, è stato dimostrato che il vapore acqueo della respirazione (microgocce inferiori ai 5 micron) di un soggetto positivo al coronavirus presente all’interno di un ristorante sia rimasto sospeso nel flusso generato dal sistema di condizionamento, andando ben oltre la normale distanza di sicurezza raccomandata ed arrivando direttamente agli altri avventori presenti, i quali hanno poi sviluppato i sintomi della malattia.

Questo aspetto è di primaria importanza e da non sottovalutare – ne abbiamo già parlato ampiamente anche in questo e questo articolo sul nostro sito – anche e soprattutto in questa delicata fase di inizio ripresa delle attività.

Il principio fondamentale da tenere presente è che ogni attività disanificazione e disinfezione, sia essa di ambiente o di superfici, deve sempre essere preceduta da una corretta attività di pulizia con metodi adeguati. Secondo questo principio, anche tutti i sistemi di trattamento aria e ventilazione devono sempre essere puliti e bonificati prima di procedere all’attività di disinfezione degli impianti stessi ma anche degli ambienti in cui operano essi stessi.

 

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DPCM E SANIFICAZIONI

Perché sanificare?

La sanificazione è resa obbligatoria per tutte le attività, in osservanza del DPCM 14 marzo 2020 e successivi.

In che cosa consiste l’intervento?

L’intervento consiste nella disinfezione di tutte le superfici in ambiente attraverso la saturazione dello stesso, avvalendosi di generatori di Ozono, aerosolizzatori/micronizzatori di disinfettanti di alto livello ad ampio spettro di azione, generatori di vapore saturo a 180°C sulle superfici: tutti metodi validati e certificati anche contro Sars-CoV-2.

Quante volte devo sanificare?

Dipende dal tipo e dallo stato dell’attività (aperta o chiusa). Almeno una volta, prima della riapertura, ripetendo il trattamento durante il periodo di operatività almeno a cadenza quindicinale o mensile, sulla base dei volumi di presenza negli ambienti.

Pulire, sanificare? Quali sono i passaggi?

I trattamenti di pulizia quotidiana garantiscono un ambiente igienizzato dove i patogeni, seppur presenti, perdono il loro nutrimento e sono inibiti alla proliferazione incontrollata. La sanificazione invece è un intervento mirato all’abbattimento degli agenti patogeni presenti. Al fine di seguire il protocollo, occorre adottare un programma di pulizia giornaliera con prodotti specifici, coadiuvato da attività di disinfezione periodiche.

Come dimostro che ho sanificato i locali come da disposizioni?

Al termine di ogni intervento, sarà rilasciata una relazione tecnica corredata di analisi di laboratorio su tamponi di campionamento effettuati sulle superfici trattate, al fine di verificare la presenza di carica batterica totale e validare i processi di disinfezione attuati. E possibile inoltre effettuare analisi certificata su tampone di superficie, per la ricerca di virus Sars-CoV-2, oltre all’attuazione di procedure di sorveglianza sanitaria periodica al fine di mantenere sotto controllo l’ambiente.

Condizionatori ed impianti di ventilazione devono essere trattati?

Già obbligatorio, ancor prima di Covid-19, era provvedere al monitoraggio, alla pulizia periodica e relativa disinfezione degli impianti di ventilazione/condizionatori in ambienti indoor. Come scientificamente dimostrato, gli impianti hanno un ruolo attivo nella diffusione di virus e di altri agenti patogeni.

Vantaggi fiscali

E’ possibile recuperare sotto forma di credito d’imposta per il 2020, una somma pari al 50% dell’importo speso per attività di sanificazione con un massimo di 20.000 euro e fino ad esaurimento dei 50 milioni di euro stanziati per l’anno in corso.

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GUERRA AL COVID-19: OMS RIVEDE REGOLE E LINEE GUIDA?

Come abbiamo già sottolineato nei precedenti articoli sulla salute degli impianti e del relativo ruolo di amplificatori, l’attenzione mediatica non si è ancora sufficientemente posata sul rischio di aerodiffusione del patogeno negli ambienti chiusi.

Tuttavia, ribadiamo vi sono chiari indizi empirici nonchè sperimentali, che non ci possono far escludere questo rischio.

L’ISS – istituto superiore di sanità – già nei suoi rapporti di metà marzo, raccomandava come buona prassi precauzionale di ventilare frequentemente gli ambienti, inoltre uno studio sperimentale pubblicato nel medesimo periodo sul New England Journal of Medicine, dimostrava che sia un ceppo di Sars-Cov (responsabile dell’epidemia di SARS del 2003) sia Sars-Cov 2 (l’attuale responsabile di COVID-19) sono in grado di permanere in sospensione nell’aria almeno per 3 ore in condizioni di laboratorio. Per intenderci, questo stesso studio era quello che ci informava sul diverso grado di permanenza del virus sulle superfici (plastica, carta, acciaio inossidabile, rame etc.).

Sars-Cov era già all’attenzione degli infettivologi ed epidemiologi riguardo la sua alta capacità di diffondersi in ambiente e pare che il suo “parente” attualmente in circolazione mantenga le medesime caratteristiche. Questo stesso studio suggerisce che le differenze nelle caratteristiche epidemiologiche di questi due virus probabilmente derivano da altri fattori, tra cui l’elevate cariche virali nel tratto respiratorio superiore ed il potenziale rischio di trasmissione anche da parte di infetti mentre sono asintomatici.

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Schema esemplificativo di possibile diffusione del virus in ambiente in presenza di un infetto: parte dell’aerosol permane in sospensione e si diffonde nell’aria penetrando anche negli impianti, mentre una parte si posa sulle superfici circostanti.

 

Questi risultati indicano che la trasmissione da aerosol di Sars-CoV-2 è plausibile, poiché il virus può rimanere vitale ed infettivo negli aerosol per ore e su superfici fino a giorni. Questi risultati fanno eco a quelli ottenuti con Sars-Cov, in cui queste forme di trasmissione erano associate a eventi nosocomiali di diffusione e super-diffusione e dovrebbero pertanto aver fornito informazioni importanti per gli sforzi di mitigazione della pandemia.

Agenzie di stampa riportano nelle ultime ore che anche OMS sta pensando di rivedere i propri protocolli in virtù delle ulteriori conferme su queste evidenze. Non dobbiamo essere miopi: il rischio di tramissione da aerosol è concreto ed in ambiente chiuso i sistemi di aerazione, se non adeguatamente mantenuti ed utilizzati, diventano inevitabilmente amplificatori e diffusori di aria contaminata (vedi anche “Guerra al Covid-19: la ventilazione negli ambienti“).

Affidarsi ad un’azienda di comprovata esperienza e che dispone di strumenti e tecnologia di efficacia certificata in linea con le disposizioni, è altresì fondamentale per abbattere il più possibile il rischio di trasmissione del coronavirus e degli agenti patogeni in senso ampio.

Contattaci per maggiori informazioni, qui sul nostro sito o telefonando al recapito +39 0187 997592.